Autore: Manuel Saraca
Area tematica: Opinioni - Codice dell'autore: CAMA1
Non è nella Chiesa che si trova Dio.
inviato il: 17/01/2008
E' vero, introdursi in un discorso come questo è difficile, ma stimolante.

Io faccio parte di quella schiera di persone che per gran parte della propria vita hanno avuto un approccio alla religione, o meglio, alla religiosità, decisamente passivo. Il catechismo, la comunione, le preghierine la sera, la visita al Santuario del Divino Amore hanno sempre rappresentato un qualcosa da "dover fare", non con dispiacere, anzi, ma comunque un qualcosa che da parte mia non era motivato da reali credenze personali. Crescendo, ho capito che CREDERE (e non solo in direzione religiosa) è qualcosa che non può essere imposto, provato scientificamente, né tantomeno insegnato. Questo mi ha portato ad allontanarmi dai dogmi cattolici, dai rituali ecclesiastici e da tutte quelle consuetudini di agire che io percepisco solo come convenzionali. Non le sento mie. Certo, è probabile che la mia catechista a suo tempo non abbia fatto bene il suo lavoro, ma ad ogni modo ho preso distanza da quanto detto sopra per avvicinarmi a una mia visione soggettiva di ciò che è la religione.

Noemi, io purtroppo Dio non l'ho trovato attorno a me, nonostante lo abbia cercato. Tutte le volte che gli ho rivolto delle attenzioni, e le volte in cui gli ho dimostrato di aver bisogno di lui le sue risposte sono arrivate nascendo dentro di me. Esattamente dove erano sorte le domande. E questo mi è bastato per trovare una mia solida dimensione religiosa e per capire che la Chiesa è solo un'istituzione "culturale" (?) importante per il nostro paese e con una sua profonda storia. Nulla di più. Mi spiace, ma credo che Dio non si trovi neppure lì.



Detto questo, che ripeto, è una cosa puramente soggettiva e non intende ledere l'orgoglio cattolico di nessuno, vorrei dare seguito al commento di Mara, che ho trovato accorto ed intelligente. In particolar modo sui fatti che stanno accadendo alla Sapienza.

Premesso che sono contrario alla brutalità della reazione studentesca, e premesso che non stimo l'attuale Papa (anche se credo sia irrilevante), mi viene da fare una semplice domanda: qual era il senso della sua visita all'Ateneo? Voglio dire, cosa c'entra il Santo Padre con tutto il settore culturale scientifico? E' un pò come se io andando ad un seminario di Musica e Canto Moderno mi ritrovassi come ospite illustre un importante chirurgo plastico. Il nesso? Ok, accetto critiche del tipo:"Manuel ma il Papa è il massimo esponente dell'istituzione religiosa italiana, nonché rappresentante di milioni di cattolici anche studenti universitari". Si va benissimo, ma come può un uomo, anzi un Uomo, che crede che il processo fatto a Galilei sia stato più che giusto, andare a proferire discorsi a gente che ha basato la propria vita su tutti gli studi fatti proprio da quel famoso scienziato? Francamente non ho risposte.

Di contro, come detto prima, trovo eccessive le modalità della protesta studentesca (che poi in realtà è partita dai docenti). La democrazia rimane comunque uno dei cardini vitali di una società e deve essere data a tutti la libertà di parola. Anche se, buon Dio (non potevo trovare interiezione più consona), il Papa parla già moltissimo secondo me. Ad ogni modo nessuno intende tappargli la bocca :-).

Ciao!



Manuel Saraca

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